Introduzione al vol. 5

Nei primi mesi del 1905 Freud pubblicò tre opere di grande impegno: il Caso di Dora (che era stato scritto nel 1901 ), i Tre saggi sulla teoria sessuale e il libro su II motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio: questi due portati a termine e pubblicati contemporaneamente nel maggio di quell'anno. Mentre le altre sono comprese nel volume 4 di questa edizione, apre il presente volume l'ultima delle tre opere del 1905 Il suo significato, nella produzione scientifica di Freud, non va ricercato nel motto di spirito in quanto tale (che può apparire oggetto di scarso rilievo), ma nella indagine sui processi psichici a livello inconscio e preconscio, messi in atto nella fabbricazione e nella recezione del motto: tale indagine ha consentito di approfondire la conoscenza della dinamica psichica inconscia.

Nello stesso giugno 1905, aderendo alla richiesta di Löwenfeld, Freud scrisse Le mie opinioni sul ruolo della sessualità nell'etiologia delle nevrosi, da inserirsi nella nuova edizione dell'opera Vita sessuale e malattia nervosa dello stesso Löwenfeld. Dopo la delusione subita nel 1897 per il crollo della dottrina sul traumatismo sessuale infantile, egli aveva evitato di affrontare nei suoi scritti questo specifico problema, la cui soluzione soltanto ora — per l'estensione assunta dal materiale clinico fornito dalla attività analitica, e per la più matura concezione della essenza della sessualità, quale era stata esposta nei Tre saggi — poteva essere illustrata in modo chiaro e con sicurezza.

Si ha l'impressione, seguendo nell'ordine cronologico la produzione scientifica di Freud, che con quest'ultimo scritto egli abbia — saldando, per cosi dire, un vecchio debito con la scienza, ma soprattutto con sé stesso — concluso un periodo della propria attività. Ciò che vien dopo è già sotto il segno di un certo allargamento di orizzonte e di interessi, che coincide con l'ampliarsi dell'ambiente scientifico in cui la psicoanalisi trovava accoglienza.

Nel giugno 1906, dopo un anno di quasi completa inattività produttiva, su richiesta del professor Löffler della Facoltà giuridica di Vienna, Freud tenne una conferenza, poi pubblicata, su Diagnostica del fatto e psicoanalisi, che gli consentì di riferirsi alle ricerche condotte a Zurigo, in direzioni analoghe a quelle della tecnica psicoanalitica, da Jung e da altri collaboratori di Bleuler.

In questo periodo Freud si rivolge pure all'analisi dei contenuti della produzione letteraria, con il libro sulla Gradiva di Jensen (composto in base a una segnalazione di Jung), a cui seguì poco dopo il saggio su II poeta e la fantasia. Circa questo tipo di indagini va osservato che, fin dal 1905, egli aveva composto il breve scritto Personaggi psicopatici sulla scena, che rimase inedito e fu pubblicato postumo.

A II poeta e la fantasia (1907) si collegano altri lavori del 908, riguardanti la attività della fantasia non più in rapporto alla creazione artistica, ma quale componente della sintomatologia isterica e in generale nevrotica: Fantasie isteriche e loro rapporto con la bisessualità, Osservazioni generali sull'attacco isterico, e II romanzo familiare dei nevrotici.

Nei Tre saggi Freud aveva dimostrato l'esistenza di una fase assai precoce di sviluppo della sessualità. A questa scoperta si collegavano molteplici problemi, alcuni dei quali vennero affrontati in questi anni: nello scritto sulla Istruzione sessuale dei bambini del 1907, composto su richiesta del dottor Fürst di Amburgo per un proprio periodico, e in quello sulle Teorie sessuali dei bambini del 1908. In questi due lavori è fatto talora riferimento a un bambino specifico. Questo bambino, avendo sviluppato nello stesso 1908 una zoofobia, fu sottoposto a un trattamento psicoanalitico, al quale Freud partecipò, anche se in modo indiretto. Egli, indicato all'inizio come Herbert, fu successivamente noto come der kleine Hans (il piccolo Hans). La sua analisi, pubblicata da Freud nel 1909, come Analisi della fobia di un bambino di cinque anni, conclude il presente volume.

Appartengono ancora a questo periodo, e sono qui riportati, oltre a piccole note di minor rilievo, tre lavori che aprono altrettante vie nuove all'indagine psicoanalitica. Nel 1907 Azioni ossessive e pratiche religiose che, partendo da un esame della formazione dei cerimoniali nella nevrosi ossessiva, coglie l'analogia esistente con determinati comportamenti tipici di ogni religione, avviando così una indagine

psicoanalitica su aspetti della esperienza religiosa. Nel 1908 Carattere ed erotismo anale, che inaugura in certo modo la costruzione di una caratterologia psicoanalitica. E, ancora nel 1908, La morale sessuale "civile" e il nervosismo moderno, che prendendo in considerazione la repressione sessuale, come condizione per lo sviluppo della moderna società "civile", e studiando le implicazioni che ne derivano, inizia quella indagine sui problemi della organizzazione della società a cui Freud negli anni successivi dedicherà numerosi e importanti studi, quali Psicologia delle masse e analisi dell'Io, L'avvenire di un'illusione e II disagio della civiltà.

Nel periodo che va dalla pubblicazione del libro sul motto di spirito alla pubblicazione del caso del piccolo Hans, e dunque dal primo all'ultimo dei lavori che compongono il presente volume, il numero degli studiosi che aderivano alle idee di Freud, e le applicavano o si proponevano di applicarle, aumentò considerevolmente.

Già da prima, ai quattro medici (Alfred Adler, Max Kaiiane, Rudolf Reitler e Wilhelm Stekel), invitati sul finire del 1902 a periodiche riunioni di studio in quella che fu detta la "Società psicologica del Mercoledì", vari altri si erano uniti: Adolf Deutsch, Paul Federn, Eduard Hitschmann, Isidor Sadger, Maximilian Steiner e Fritz Wittels. Anche alcuni non medici aderirono alla Società e presero parte attiva ai suoi lavori, discutendo gli argomenti non strettamente medici che cominciavano a essere trattati. Cosi Max Graf, Hugo Heller e Otto Rank.

Il gruppo rimaneva tuttavia esclusivamente viennese, o comunque — se si comprendono il dottor Otto Gross di Graz e il dottor Guido Brecher di Merano, che ad esso aderirono frequentando saltuariamente le riunioni della Società — austriaco. Da altri paesi non erano venute adesioni, con la sola eccezione del dottor A. Stegmann di Dresda, che ancor prima del 1904 aveva applicato con successo una psicoterapia ispirata ai principi della psicoanalisi, e che più tardi doveva illustrare la natura psicogenetica dell'asma bronchiale.

Dopo il 1906 al gruppo viennese si aggiunse invece un notevole numero di studiosi stranieri, i quali con la loro partecipazione all'attività psicoanalitica trasformarono il carattere stesso del movimento, che potè uscire da un certo iniziale provincialismo imponendosi progressivamente all'attenzione degli ambienti scientifici del mondo intero.

Ciò avvenne tuttavia in una maniera singolare. Infatti il carattere internazionale assunto dal movimento psicoanalitico in questi anni fu dovuto al concorso di studiosi i quali arrivarono a Freud giungendo tutti da un unico canale: la clinica psichiatrica della Università di Zurigo, diretta da Eugen Bleuler.

Bleuler era un eminente psichiatra che acquistò notorietà soprattutto per i suoi studi su quella che Kraepelin aveva indicata come demenza precoce, e che egli successivamente descrisse, studiò e interpretò come schizofrenia. E la sua clinica nei primi anni del secolo era divenuta centro di attrazione per giovani psichiatri di ogni parte del mondo desiderosi di perfezionarsi.

Bleuler aveva seguito con interesse, fin dagli Studi sull'isteria (che recensì molto favorevolmente nella "Münchner medizinische Wochenschrift" del 2 giugno 1896) l'attività scientifica di Freud, per la quale ebbe grande considerazione. È bensì vero (come risulta anche dalle lettere di Jung a Freud), che nei confronti della psicoanalisi proprio egli, Bleuler, che ha il merito di aver introdotto nella psicologia moderna, e nella stessa psicoanalisi, il concetto di ambivalenza affettiva, fu ambivalente, e che tale ambivalenza sfociò nel 1913 in un atteggiamento prevalentemente critico. Ma ancora nel 1910 egli pubblicò un libro sulla dottrina freudiana, Die Psychoanalyse Freuds (La psicoanalisi di Freud), che costituì la prima esposizione approfondita della psicoanalisi, dovuta a uno scienziato di rinomanza internazionale. E tra gli psichiatri dell'epoca, quelli che erano più informati conobbero proprio attraverso questo libro le idee di Freud.

Nel 1906 Bleuler scrisse a Freud comunicandogli che nella sua clinica si erano compiuti con successo tentativi di applicare i princìpi della psicoanalisi alla esplorazione psicologica. Chi in modo specifico si era dedicato a questo era un assistente di grande valore, Cari Gustav Jung. Freud si interessò vivamente (lettera a Jung dell'11 aprile 1906) alle ricerche di Jung e di Franz Riklin (un altro degli assistenti di Bleuler) e, come si è detto, diede ampio spazio e rilievo all'opera di Jung nella conferenza su Diagnosi del fatto e psicoanalisi.

La corrispondenza fra Jung e Freud divenne via via più regolare assumendo un carattere molto amichevole.

Nei mesi successivi Jung segnalò a Freud la Gradiva di Jensen; e Freud nell'estate scrisse la sua analisi della novella anche perché si sentiva impegnato verso Jung a questo lavoro.

Solo nell'inverno successivo però i due studiosi si incontrarono di persona, quando Jung il 27 febbraio 1907 si recò a Vienna per visitare Freud. La sua personalità esercitò subito un grande fascino su Freud, che ebbe l'impressione di avere veramente incontrato chi avrebbe potuto succedergli alla guida del movimento psicoanalitico.

Il 6 marzo successivo Jung fu ospite della Società psicologica del Mercoledì, dove fu discusso un caso clinico presentato da Adler. Jung andò alla riunione con un proprio allievo, il dottor Ludwig Binswangen futuro direttore della Clinica Bellevue di Kreuzlingen, che si interessava egli pure alla psicoanalisi e che partecipò in seguito al movimento.

Prima di loro era venuto dalla clinica di Zurigo a trovare Freud il dottor Max Eitingon, di origine russa, che a Zurigo stava perfezionandosi, e che in seguito si trasferì a Berlino. Eitingon era venuto a Vienna nel gennaio 1907 per consultare Freud circa un proprio paziente con disturbi assai gravi. Si trattenne qualche giorno, in modo da partecipare alle riunioni del 23 e 30 gennaio della Società, riunioni durante le quali intervenne vivacemente in una discussione sulle perversioni sessuali. Si sottopose pure a una specie di analisi personale a scopo didattico con Freud. Questa analisi (la quale era condotta con metodi che oggi verrebbero considerati assai poco regolari) fu ripresa per un certo periodo nel 1909, prima che Eitingon si stabilisse a Berlino.

Nel settembre 1907 Jung fondò a Zurigo una Società, analoga a quella di Vienna, che intitolò "Società Freud di Zurigo". Ad essa, oltre a Bleuler e al gruppo che gravitava attorno alla Clinica, aderì anche Edouard CJaparède, il noto psicologo di Ginevra, che si era allora accostato alla psicoanalisi (lettera di Jung a Freud del 25 settembre 1907).

Alla fine dell'anno, ancora da Zurigo, venne a visitare Freud (15 dicembre) e a partecipare, come ospite, a una riunione della Società del Mercoledì (18 dicembre), in cui fu discussa la possibilità che la istruzione sessuale ai bambini potesse divenire traumatica, Karl Abraham, che aveva frequentato per qualche anno, sotto la guida di Jung, la Clinica di Bleuler, producendo anche qualche contributo psicoanalitico. Si trasferì l'anno successivo a Berlino dove fondò (nell'agosto 1908) la Società psicoanalitica di Berlino.

Il 2 febbraio 1908, presentati da Jung (lettera a Freud del 28 giugno 1907) vennero a visitare Freud, da Budapest dove risiedevano, il dottor Stern e il dottor Sàndor Ferenczi, che erano scientificamente interessati alla psicoanalisi. Anche Ferenczi fu in seguito uno dei fedelissimi di Freud.

Il canale zurighese portò a Freud altri studiosi straniai, che sarebbero divenuti suoi collaboratori. La Clinica di Bleuler aveva infatti, fra gli altri, ospitato il dottor Abraham Arden Brill di New York, e per breve tempo il dottor Ernest Jones di Londra. Entrambi avevano studiato le opere di Freud e si proponevano di dedicarsi all'esercizio della psicoanalisi. Jones sottopose a Jung l'idea di un incontro dove potessero ritrovarsi tutti coloro che nei vari paesi avevano interesse per la psicoanalisi, e Jung riferì (lettera del 30 novembre 1907) il progetto a Freud, che lo comunicò nella seduta della Società del Mercoledì del 4 dicembre.

Jung organizzò a Salisburgo il convegno, che fu indetto come "Convegno di psicologia freudiana". Tuttavia in seguito fu sempre indicato come Primo Congresso internazionale di Psicoanalisi: i successivi Congressi internazionali furono infatti numerati a partire da quello di Salisburgo. La riunione durò un solo giorno (domenica, 26 aprile 1908) e fu per la maggior parte assorbita dalla relazione tenuta da Freud sopra un caso clinico (quello poi noto come caso dell'uomo dei topi, e pubblicato l'anno successivo).

Al Congresso Freud conobbe Brill e Jones, i quali subito dopo vennero a Vienna e parteciparono alla riunione della Società del 6 maggio. Brill fin da allora ottenne da Freud l'incarico formale in esclusiva di tradurre in lingua inglese le sue opere. Jones fu fra i seguaci e gli amici più vicini a Freud, e dopo la morte di lui ne divenne il principale biografo.

Un'altra personalità doveva, l'anno dopo, giungere a Freud, sempre da Zurigo dove abitava. Si tratta del pastore protestante Oskar Pfister, che visitò Freud il 25 aprile 1909. Pfister era interessato alle dottrine di Freud, che accoglieva ritenendole conciliabili con la propria fede religiosa. Benché Freud si sia sempre professato agnostico di fronte alla religione e abbia conservato per tutta la vita i suoi legami col- l'ebraismo, pur se inteso come fatto esclusivamente nazionale e culturale, i rapporti fra Pfister e Freud furono improntati non solo a una profonda stima e amicizia reciproca, ma anche a una forte intesa sul piano teoretico.

Al Congresso di Salisburgo, se i "Viennesi" costituirono più della metà dei quarantadue partecipanti, erano rappresentati, oltre all'Austria, cinque paesi: la Svizzera, la Germania, l'Inghilterra, l'Ungheria e gli Stati Uniti d'America.

Per Freud, che aveva fortemente sofferto dell'isolamento al quale era stato costretto fino allora, e della incomprensione che le sue ricerche avevano incontrato, l'acquisto dei nuovi aderenti e la prospettiva che attraverso ad essi l'opera sua avrebbe potuto diffondersi in tutto il mondo fu di enorme importanza. Il risultato era maturato nel biennio precedente, ma veniva sanzionato dal Congresso di Salisburgo. Le lettere che Freud scrisse in quella occasione alla moglie, la quale si trovava all'estero (lettera del 29 aprile) e a Jung, a cui Freud riconosceva il merito principale per l'affermazione in campo internazionale delle proprie dottrine (lettera del 3 maggio), attestano la sua soddisfazione.

Egli aveva anche migliorato le proprie condizioni economiche, per l'aumento della clientela, in gran parte straniera, e per i frequenti consulti. Il cambiamento generale prodottosi si tradusse pure in alcune iniziative specifiche, con le quali sembra che Freud abbia voluto chiudere col proprio passato, per affrontare, anche sul piano personale, un nuovo periodo di vita.

Il 4 marzo 1908 prese formalmente la cittadinanza viennese, ciò che prima aveva sempre trascurato di fare.

Nell'aprile successivo, per la seconda volta nella sua vita (la prima era stata nel 1885) distrusse quasi tutta la propria corrispondenza. Molti documenti che avrebbero avuto grande interesse per i futuri biografi furono cosi perduti: andarono distrutte le lettere di Fliess, cosicché sono state conservate soltanto le lettere inviate da Freud a Fliess; andarono pure distrutte molte delle prime lettere di Jung, comprese quelle che segnalavano a Freud la Gradiva e le altre novelle di Jensen; sono state invece conservate le lettere scritte da Jensen a Freud nel 1907.

Il 15 aprile dello stesso 1908, poco prima del Congresso di Salisburgo, anche la "Società psicologica del Mercoledì" mutò denominazione, trasformandosi in "Società psicoanalitica di Vienna", nome che da allora è rimasto.

Se la nuova situazione degli studi psicoanalitici era di grande soddisfazione per Freud, non mancarono fin dall'inizio le preoccupazioni.

Il rilievo assunto dal gruppo di Zurigo nel movimento psicoanalitico dava fastidio agli psicoanalisti viennesi che si videro in certo modo scavalcati.

Nel corso dello stesso Congresso, ci fu una riunione ristretta in cui si decise di fondare una rivista: "Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen" (Annali di ricerche psicoanalitiche e psicopatologiche), di cui Freud e Bleuler dovevano essere condirettori e Jung redattore. I Viennesi, che si sentirono estromessi — perché non consultati circa la fondazione della rivista e perché esclusi dalla redazione — rimasero offesi.

D'altronde gli "Svizzeri", dall'alto della loro posizione accademica, dimostravano scarsa considerazione per i "Viennesi". Vi era una differenza di mentalità fra gli uni e gli altri, tanto più che i secondi in realtà costituivano una sottospecie di cittadini viennesi, appartenendo a un ambiente ristretto, quello della borghesia intellettuale ebraica della città.

Ebreo era anche Abraham, che era stato allievo di Jung. Al Congresso di Salisburgo si produsse fra Abraham e Jung un incidente. Entrambi avevano presentato una relazione sulla demenza precoce, e Jung si irritò perché Abraham nella propria esposizione non aveva dato rilievo alle ricerche dello stesso Jung e di Bleuler. Abraham ribatté accusando Jung di assumere posizioni incompatibili con i principi del pensiero freudiano.

Freud intervenne, in modo alquanto ansioso, con ripetute lettere presso Abraham (lettera non datata dei primi giorni di maggio, e seconda lettera del 9 maggio) e presso Jung (lettera del 3 maggio), per indurli a essere concilianti l'uno verso l'altro. In una di tali lettere ad Abraham fece presente che era più facile per lo stesso Abraham che non per Jung avvicinarsi al suo pensiero, data la comune provenienza razziale, che comportava un'analoga costituzione intellettuale; mentre Jung, essendo un "cristiano", e in più figlio di un pastore, doveva superare forti resistenze interne. Freud aggiungeva che l'adesione di Jung era della massima importanza per la causa del movimento psicoanalitico — indicato abitualmente tanto da Freud che da Jung come die Sache, la cosa (vedi ad esempio le lettere di Jung a Freud del 12 giugno 1907 e di Freud a Jung del 14 giugno 1907) — concludendo che forse solo la sua comparsa sulla scena aveva scongiurato il pericolo che la psicoanalisi divenisse una faccenda esclusivamente ebraica.

Anche nel dicembre successivo, in seguito a un nuovo scontro fra Abraham e Jung, Freud tornò a intervenire e ancora ripetè ad Abraham il concetto che i colleghi non ebrei erano indispensabili, al fine che la psicoanalisi non cadesse vittima dell'antisemitismo.

Questi attriti fra gli aderenti al movimento psicoanalitico erano semplici avvisaglie di quelli che sarebbero stati i dissensi e le defezioni degli anni futuri. Freud ne era tuttavia fin da allora preoccupato, e ciò attenuò la soddisfazione che il successo di Salisburgo gli aveva procurato.

Alla fine del 1908, poco prima che fosse pubblicato il caso del piccolo Hans, si annunciò un avvenimento che avrebbe contribuito alla ulteriore espansione della psicoanalisi nel mondo. Freud fu invitato da Stanley Hall, presidente della Clark University di Worcester, nel Massachusetts, a tenere, in occasione del ventennale della fondazione di quella Università, un breve corso di lezioni (lettera a Jung del 30 dicembre 1908 e risposta di Jung del 7 gennaio 1909). Superate alcune difficoltà per la determinazione della data, Freud accettò l'invito, e il viaggio potè essere fissato per il settembre successivo. Freud si fece accompagnare da Ferenczi, e poiché anche Jung era stato invitato, furono in tre a giungere insieme in America, con la convinzione — che si rivelò in seguito non del tutto infondata — di essere venuti a conquistarla per la psicoanalisi.